mercoledì 26 febbraio 2014

Dragon Age: Origins (& Awakening expansion)

In questo momento sto ascoltando...
Kamelot - The Human Stain
Akiko Shikata - Siren -Heroes of Argonauts-
Sonata Arctica - Broken
Enya - May it Be

Da quando ho aperto questo blog, ho parlato pressocché solamente di "roba jappa", apparentemente contraddicendomi da solo viste le premesse. A parte la parentesi di Dragon's Dogma, magari, che però non è stata proprio entusiasmante.
Da una parte, sicuramente, questo è un periodo in cui sto più che altro sfamando la mia fame di roba orientale. Un periodo "JRPG & Anime" più che "Action & serie TV", diciamo. Quest'ultima parte però non è stata totalmente assente, ma è stata portata avanti da un unico, immenso titolo. Esatto, quello riportato nel titolo di questo post. Ed è giunto (finalmente) il momento di parlarne.

Non ho definito Dragon Age: Origins un titolo immenso per nulla: lo sviluppo è durato diversi anni (e si capisce perché!), e per portarlo a termine ci sono volute ben 85 ore. Tante in senso assoluto, praticamente un'infinità se si considera la longevità media dei titoli odierni.
La domanda che può riassumere il post è: n'è valsa la pena?
Ora, credetemi, vorrei dare una risposta secca e chiudere qua il discorso, ma non sarebbe molto professionale da parte mia, non credete? Quindi, come ormai mio solito, parlerò dei vari aspetti separatamente (inizialmente). Here we go.
  • Trama: Beh, parliamo di un RPG, e di un RPG bello grosso per altro, quindi quale poteva essere il primo punto in esame se non questo? La trama di DA:O non è molto complicata, e di fatto si capisce come si svolgerà praticamente tutto sin dalla fase iniziale del gioco, senza particolari plot-twists (o almeno, io non ne ricordo di particolari). Bocciata quindi? Ma giammai. Si potrà anche prevedere senza troppa fatica, ma ciò non toglie che sia raccontata bene, che noi abbiamo il potere (limitato, ovviamente, ma tant'é) di cambiarla, e che sia epica quanto basta. Devo dire però che la parte iniziale e finale si lasciano giocare che è un piacere, mentre quella da metà a tre-quarti è un po' più sottotono. Ma quello più che per la storia probabilmente è per il...
  • Gameplay: Ah, questo forse è l'aspetto migliore. Era dai tempi di Baldur's Gate che non giocavo un RPG degno di questo nome, e DA:O è riuscito nel difficilissimo compito di farsi apprezzare anche in un confronto diretto con il vecchio titolo Black Isle / Bioware. Il gameplay è pressoché quello che mi aspetto quando sento il termine "RPG", una via di mezzo perfetta fra action e strategia, il tutto condito da un'ottima personalizzazione e gestione del party e un'ottima gestione dei soldi e degli oggetti acquistabili. Insomma, fossero tutti così.
  • Gameplay (2): Ho appena menzionato la gestione del party. Questo punto va meglio approfondito. In DA:O non solo possiamo gestire il nostro gruppo durante l'esplorazione e le battaglie, ma possiamo anche interagire con ognuno dei personaggi, per conoscerli meglio e approfondire il nostro rapporto con loro (con tanto, ovviamente, di possibilità di romance-are chi più ci aggrada). Peccato che la cosa all'atto pratico sia implementata in maniera... ambigua. Da una parte, infatti, i nostri compagni (non) saranno d'accordo con noi in base alle scelte che effettueremo, cosa molto apprezzata. Peccato che dall'altra basta dargli qualche oggetto/regalo (che è possibile trovare giro o comprare per pochi soldi) per farli tornare più bendisposti di prima nei nostri confronti. Ho trovato gestita in maniera non proprio esaltante anche l'unica romance che ho intrapreso (indovinate con chi? Esatto, con Morrigan. Era una domanda facile, dai). Insomma, non mancano cose buone ma nemmeno quelle migliorabili.
  • Lato tecnico: Qua non c'è molto da dire; grafica che si lascia apprezzare (e infatti il gioco non è esattamente leggero) nonostante l'età, e colonna sonora carina ma non spettacolare; diciamo dalla qualità media buona ma con pochi picchi d'eccellenza.
Ho scordato qualcosa? Probabile, ma quello che ci tenevo a specificare l'ho detto.
Ora posso rispondere alla domanda all'inizio di questo post. Valeva la pena spendere 85 ore di gioco su Dragon Age? Ebbene sì. Badate, non è perfetto, ma non mi pento di averci giocato per così tanto tempo. È ai livelli di Baldur's Gate? Secondo me no. Non so se è l'effetto nostalgia, ma ho la sensazione che Baldur's Gate non si poteva proprio spingere oltre considerando quando è uscito. Dragon Age invece "si applica ma può fare meglio".

Insomma, il senso del post è che se vi è piaciuto Dragon Age vi conviene correre su Steam e comprare l'Enhanced Edition dei due capitoli.

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